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Le tappe russiane del Ravenna Festival 2024

Il 5 e il 6 luglio 2024, i due eventi della famosa rassegna ravennate approderanno a Palazzo San Giacomo
  • Cosa eventi
  • Quando 06/07/2024 dalle 23:55
  • Dove Palazzo San Giacomo, via Carrarone Rasponi
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Il primo appuntamento “russiano” di Ravenna Festival 2024, venerdì 5 luglio alle 21.30 a Palazzo San Giacomo, è dedicato agli appassionati del genere Tex-mex, mentre il secondo, sabato 6 luglio alle 19.00 e sempre nella stessa bellissima cornice del Palazzo, è un gemellaggio danzante tra la collina francese e l’appennino italiano, che torna a esplorare, mescolare e spingere in avanti le tradizioni folk.

 

CALEXICO - 5 LUGLIO ORE 21.30

Summer European Tour

opening act
Don Antonio con Dalibor Pavičić
Ghost Guitars
Don Antonio chitarra
Dalibor Pavičić chitarra
Luka Benčić chitarra, tastiere
Enrico Mao Bocchini batteria
Gianni Perinelli sassofono, electronics
Danilo Gallo contrabbasso


Lo stato dell’arte della musica Tex-Mex da trent’anni a questa parte: questo sono i Calexico, il duo formato da Joey Burns e John Convertino, che a metà degli anni ’90 sono stati molto di più che la sezione ritmica dei Giant Sand, lanciandosi in un’avventura rock strumentale che ha ridisegnato la fisionomia mentale dell’Arizona, contagiando ascoltatori di tutto il mondo e incoraggiando discepoli un po’ ovunque.
Don Antonio Gramentieri, il più internazionale fra i musicisti romagnoli di oggi, si è certamente abbeverato alla fonte del loro sonico magistero, un luogo dell’immaginario in cui languide melodie dell’imbrunire sempiterno si dispiegano su panorami sconfinati, accompagnate per mano da una chitarra che culla e trasporta, parlando una lingua che non ha bisogno di spiegazioni.

 

 BIGLIETTI

 

LA LUNGA NOTTE DEL BALFOLK - 6 LUGLIO ORE 19.00

È un gemellaggio danzante tra la collina francese e l’appennino italiano la lunga notte di Palazzo San Giacomo, che torna a esplorare, mescolare e spingere in avanti le tradizioni folk. C’è un filo conduttore non soltanto morfologico che lega la taranta salentina con le suggestioni celtiche ben rinvenibili nella musica popolare bretone e della regione del Poitou: un risuonare di organetti e accordéon, di zampogne e cornamuse su baccanali di percussioni da cui trapelano echi narrativi della canzone dei trovatori. Questo accade anche nei canti d’Alvernia, così fecondi da stimolare l’estro di compositori novecenteschi come Joseph Canteloube e Luciano Berio, traghettatori della tradizione nelle complessità del mondo contemporaneo, dove i suoni che sanno d’eterno trovano asilo con baldanzosa naturalezza.

  

BIGLIETTI E PROGRAMMA COMPLETO DELLA SERATA

 

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